Martedì 19 agosto, nell’abituale cornice del Chiostro di San Francesco, in Tagliacozzo, alle ore 21,15, il concerto di PierDavide Carone con l’Orchestra Suoni del Sud, ospite della XLI edizione del Festival Internazionale di Mezza Estate, firmato da Jacopo Sipari di Pescasseroli
Rush finale per la XLI edizione del Festival Internazionale di Mezza Estate, in pieno svolgimento in Tagliacozzo. Martedì 19 agosto, alle ore 21.15, nel chiostro di San Francesco, dopo il break con il cabaret di Valentina Persia e l’intenso e partecipato concerto di Silvia Mezzanotte, che ha salutato sul podio della Orchestra Sinfonica Abruzzese lo stesso direttore artistico del Festival, Jacopo Sipari di Pescasseroli, eventi principali di un cartellone, realizzato grazie alle istituzioni, in primis il Ministero della cultura, la Regione Abruzzo, il Comune di Tagliacozzo e allo storico sostegno della Banca del Fucino, sul palcoscenico del Chiostro di San Francesco, sbarca ancora un altro big, PierDavide Carone, per un omaggio al suo mèntore, Lucio Dalla. Il cantautore bolognese è stato uno dei più importanti, influenti e innovativi nel gotha dei musicisti italiani. Alla ricerca costante di nuovi stimoli e orizzonti, si è addentrato con curiosità ed eclettismo nei più diversi generi musicali, collaborando e duettando con molti artisti di fama nazionale e internazionale. Autore inizialmente solo delle musiche, si è scoperto in una fase matura, anche paroliere e autore dei suoi testi. La sua copiosa produzione artistica ha attraversato numerose fasi: dalla stagione beat alla sperimentazione ritmica e musicale, fino alla canzone d’autore, arrivando a varcare i confini dell’opera e della musica lirica. Un genio della canzone italiana, cantautore ineguagliabile e indimenticabile. Proprio a Lucio Dalla e ai suoi intramontabili successi l’ideatore e direttore artistico del Festival di Mezza Estate, Jacopo Sipari, ha deciso di dedicare una delle serate di questa edizione, crediamo nell’ essenza “piena” del termine Maestro. “La produzione artistica di Lucio Dalla attraversa 50 in musica. Seppur il suo genere rimanga identitaria e sempre riconoscibile – ha affermato il Maestro Luca Gaeta - egli ha saputo cogliere, e per alcuni aspetti anticipare, quelle che potremmo definire le tendenze o meglio lo stile che ha caratterizzato un determinato periodo storico. Dalle prime canzoni in stile "popolare" (4 marzo, Piazza Grande) alle sperimentazioni anni '70, per poi arrivare agli anni '90 e oltre: ciò che contraddistingue lo stile di Dalla è una raffinata attenzione al testo, poetico e surreale, narrativo e di carattere sociale. Da qui, da questo elemento, è partita la mia personale lettura nello scrivere gli arrangiamenti per questo concerto. La centralità della parola, che ispira la strumentazione, riscrivendo controcanti nuovi, con effetti sonori che anticipano o ricalcano il senso di ciò che si canta. La scelta dell'orchestra valorizzare e veicola tale lettura. Gli archi che sostengono le armonie ed allo stesso tempo fungono da cuore pulsante, i fiati che "puntellano" le frasi e ricalcano, con timbriche proprie, le stesse, l'arpa strumento onirico con i suoi glissati ed i suoi arpeggi e le percussioni classiche usate in maniera esclusivamente melodica. Il tutto affidato alla voce del cantautore Pierdavide Carone grande interprete del repertorio di Dalla, il quale con raffinatezza ed estrema conoscenza del repertorio ha saputo individuare i brani che compongono la scaletta del concerto, offrendo un'efficace scelta che metta in luce tutto il percorso artistico di Lucio Dalla”. “Lo spettacolo - ha rivelato Pierdavide Carone in una precedente intervista - unisce l’aspetto sinfonico di un’Orchestra con la canzone d’autore. Un crossover particolare, una rivisitazione, per quanto poi le melodie di Lucio sono talmente straordinarie che io in quanto cantante avrò l’onore e l’onere soprattutto di mantenerle quanto più possibilmente fedeli a come erano le sue, chiaramente mettendoci il mio carattere”. La serata verrà inaugurata da 4/3/1943, data di nascita di Lucio e primo successo assoluto giunta terza a Sanremo, quindi tutti i titoli più amati, da Piazza Grande a Com’è profondo il mare, passando per pagine davvero emozionali quali Futura e Caruso, in cui molti hanno ravvisato il punto più alto dell’arte di Dalla, una sintesi matura della più genuina tradizione musicale italiana e dei migliori moduli espressivi internazionali. Dal jazz alla canzone sanremese, dal soul al Rhythm ‘n blues, sino alla canzone di protesta degli anni Sessanta e alla sperimentazione dei Settanta, gli ingredienti della musica di Dalla, che si andrà a riproporre. ogni brano è stato un ponte ideale tra passato e presente, un dialogo sincero tra maestro e allievo. L’immagine di un teatro all’aperto, darà vita a una magia rara. Anna e Marco, L’anno che verrà non saranno solo un semplice e ben confezionato portrait, da parte di PierDavide Carone, ma assumeranno una nuova dimensione grazie agli eleganti arrangiamenti realizzati, per l’Orchestra Suoni del Sud dal Maestro Luca Gaeta, che si chiuderà con il ricordo dell’ incontro con Dalla, al quale aveva proposto la canzone successivamente eseguita a Sanremo nel 2012, Nanì, carica oggi, di un sentimento nuovo e ancora più profondo, da parte di colui il quale ha raccolto in toto l’eredità musicale e spirituale di Lucio.
Prossimo appuntamento: Mercoledì 20 agosto, alle ore 21,30 in Piazza Duca degli Abruzzi, con una voce regina della musica italiana, Patty Pravo. Diva per antonomasia della canzone, di cui resta protagonista indiscussa, il concerto prende il titolo dall’ultima canzone dell’artista, scritta da Francesco Bianconi e prodotta da Taketo Gohara, “Ho provato tutto”, una fotografia nitida ed esplicita delle esperienze più intense vissute dall’artista e tratteggia il suo percorso più intimo e personale. Ho provato tutto, infatti, è un brano che non lascia spazio ai sottintesi: parla di una vita vissuta all’insegna dell’esplorazione, senza barriere o tabù. La canzone elenca esperienze che vanno dall’LSD alle orge, dall’incontro con Jimi Hendrix all’autostop, fino alla consapevolezza che, nonostante tutto, "un senso non c’è". I versi trasmettono un senso di libertà assoluta, un'energia ribelle che ha caratterizzato l’intera carriera di Patty Pravo. Si tratta di un racconto sincero e senza filtri, dove si alternano immagini visionarie e ricordi nitidi di un’epoca in cui tutto sembrava possibile.